Libro “Artificial Idiocy”

Come l’Intelligenza Artificiale è diventata Stregoneria Digitale


Il libro di Alessandro Parisi è illuminante.

Un libro che andrebbe fatto leggere a tutti i ragazzi delle scuole superiori, perché i giovani (la maggior parte), distratti da un approccio superficiale alla tecnologia moderna, il cosiddetto approccio “mordi e fuggi”, non permette ai giovani di saper scendere nei dettagli delle cose, cioè capire come esse funzionano.

Negli ultimi anni si assiste sempre più in alcuni giovani a uno spessore culturale classico e scientifico di base molto scarso, per questo motivo mancanti di una salutare “mente critica” (si badi bene non si sta parlando di scetticismo fine a se stesso, quella è un’altra deleteria storia) finiscono per cadere preda di suggestioni offerte dalle nuove forme di AI generative, inducendoli a pensare che le macchine possano essere intelligenti.


Parlare di Intelligenza Artificiale é ormai di moda: del resto, le innovazioni che caratterizzano il settore sono talmente rapide ed esaltanti che é difficile resistere dal commentare e diffondere le notizie che riguardano i risultati strabilianti conseguiti dalla ricerca, soprattutto quella applicativa. Tuttavia, é anche facile cadere preda di false suggestioni, spesso immotivate o eccessivamente altisonanti, al punto da apparire inverosimili e irrealistiche: troppo spesso i media, ma anche gli “addetti ai lavori”, che dovrebbero avere un maggiore senso critico, cedono alla tentazione della propaganda.

Le motivazioni della diffusione di annunci esagerati in merito alle possibilità dell’Intelligenza Artificiale nei diversi settori della vita quotidiana (a cominciare dalle prospettive di lavoro) sono spesso ricondubili a un business model distorto, che allinea gli incentivi anche finanziari dei produttori di software con quelli dei media: entrambi infatti hanno da guadagnare dal clamore mediatico che caratterizza non solo l’Intelligenza Artificiale, ma l’innovazione tecnologica in generale.

Pertanto, non è affatto raro sentire annunci che salutano alla inevitabile “singolarità” dell’Intelligenza Artificiale, che soppianterà il genere umano in ogni campo, fino al punto di spodestarlo dai residui dominii che gli sono ancora propri, quali quello della creatività e della ricerca scientifica.

Ma quanto c’é di vero, o al limite di verosimile, in tali proclami altisonanti? In realtà poco, ma il problema é che é difficile sconfessare la retorica dei tecnosciovinisti con argomenti intuitivi e convincenti, tanto fitto é l’alone di mistero che ormai circonda tali tecnologie divenute ormai “esoteriche”, al punto che il rischio di cedere all’incantesimo della “stregoneria digitale” non riguarda solo il cittadino comune, ma anche l’esperto del settore (o presunto tale)…

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